Se ti tagliassero a pezzetti

Com’era?

Lui era bellissimo, non proprio il principe azzurro, ma aveva uno sguardo che mi ha rapito dal primo momento. Ci siamo conosciuti ad una cena tra amici, sai io mi ero appena lasciata con Luca con cui stavo da otto anni e lui mi aveva raccontato che era in una situazione ormai complicata con la sua ragazza. E niente, abbiamo parlato per ore quella sera. Sembrava che ci conoscessimo da una vita. Mi ero sentita di nuovo viva. Poi dai, anche lui ascoltava i Gazzelle. Era l’uomo perfetto.

Poi?

Be poi abbiamo continuato a vederci. Il primo bacio, la prima notte d’amore. Era molto romantico sai? Il mattino seguente mi aveva portato la colazione a letto e mi aveva detto pure “ti amo”. Capito? Ti amo! Un uomo che diceva queste due parole, così, facilmente, mi aveva fatto esplodere il cuore.

Infatti dopo qualche mese avevamo deciso già di convivere.

Casa mia. Era la casa dei miei nonni, ero molto affezionata. Lui cosa faceva? Penso fosse un assicuratore. Sinceramente non ne abbiamo mai parlato.

Strano dici?

Si un po’, ma era un tipo così interessante. Aveva fatto un sacco di viaggi. Vietnam, Cambogia, India, Cile, Bolivia, Kenya… poi aveva molti hobby. Fotografia, cucina, parapendio, karate. Un uomo impegnato eh?

Cosa è successo?

Ma niente dai. Ci sta che dopo un po’ ci siano i primi battibecchi. Sai come dice il detto “l’amore non è bello, se no è litigarello” no? Ma abbiamo fatto pace subito. Vedevo nei suoi occhi che mi amava come dal primo giorno.

L’ospedale?

No, ma fu un incidente. Lui era tornato a casa dal lavoro nervoso e abbiamo litigato. Per cosa? Penso perché ero uscita con un vestito troppo corto. Forse ha ragione, quel vestito era un po’ eccessivo.
Era il mio preferito? Si ma sai, i gusti cambiano.

Comunque stavamo litigando e per sbaglio mi ha spinta contro il frigorifero. Ma come ti ho detto, è stato un incidente. Mi sono slogata solo una spalla. Lui mi ha chiesto subito scusa.

E l’ultima volta?

Ma lì era stata un’incomprensione. Pensava avessi visto Luca. Ti ricordi, il mio ex, ecco. Invece era il signore anziano del piano di sotto che mi doveva portare una lettera. Un pugno? Ma no dai, fu uno schiaffo. Forse erano due o tre. Ma poi sono scivolata e mi sono fatta male da sola.

Lui mi ha soccorsa subito, aveva sempre quello sguardo premuroso.

Scusami adesso devo proprio scappare.

E’ stato bello parlare con te, però comincio ad avere freddo.

Vedo che la notte si sta sciogliendo sulla strada. Devo tornare.

Il cimitero chiude presto d’inverno.

Ero così innamorata, ma forse non dovevo dirgli che partivo quel weekend.
Però sai, sono io che ho sbagliato, lasciai il coltello sul tavolo quella sera.

Ma i suoi occhi in quel momento non erano teneri, erano scuri.

Come questo buio che mi avvolge ogni giorno.

 

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“T’ho incrociata alla stazione
che inseguivi il tuo profumo
presa in trappola da un tailleur grigio fumo
i giornali in una mano e nell’altra il tuo destino
camminavi fianco a fianco al tuo assassino.

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